LA CAMERA OSCURA
XVIX secolo
Una camera oscura può essere composta da una semplice scatola chiusa con un piccolo foro stenopeico su un lato che lasci entrare la luce. Questa luce proietta sul lato opposto all'interno della scatola l'immagine capovolta di quanto si trova avanti al foro.
1820- 1860 c.a
Le fotocamere a cassette scorrevoli non sono altro che la camera oscura di Kaspar Schott modificata per accogliere un supporto sensibile al posto del vetro su cui viene proiettata l'immagine.
FOTOCAMERA DA STUDIO E DA CAMPAGNA
LA REFLEX
<
Sanderson "Junior"
Fotocamera da campagna
(1900 c.a.)
Fotocamera da campagna
(1900 c.a.)
Con il nome di fotocamere da studio e da campagna si intendono le fotocamere di legno che, con l'invenzione del soffietto, sostituirono in breve tempo le cassette scorrevoli, rigide e scomode da trasportare.
LA REFLEX
Tele Graflex
1915-1923
La Tele Graflex era una fotocamera professionale, predisposta per utilizzare obiettivi luminosi che potevano essere rapidamente sostituiti grazie alla piastra portaottiche a incastro.
FOTOCAMERA PIEGHEVOLI A LASTRA
Ica volta
1860 c.a
Il periodo di maggiore diffusione delle fotocamere pieghevoli a lastra è fra il 1910 e il 1930.
Verso il 1880 la produzione di lastre di sufficente rapidità, tali da poter fare delle "istantanee" aprì la strada ad una nuova generazione di macchine fotografiche da usare a mano libera. La maggior parte dei casi questi nuovi modelli riproponevano in scala ridotta le caratteristiche delle fotocamere da campagna, che all'epoca andavano per la maggiore.
FOLDING POCKET KODAK CAMERA
1897
1897
Alla fine del XIX secolo, nell'arco di soli 10 anni, le macchine fotografiche da usare a mano libera ebbero uno sviluppo rapidissimo grazie all'invenzione della pellicola in rotolo. Quindi, nei successivi 5 anni, si consolidarono tutte le caratteristiche basilari delle folding, le fotocamere di medie dimensioni, caratterizzate da un soffietto, che ebbero quote di mercato rilevanti fino alla fine degli anni '30.
Leica I
1925
La Leica cambia radicalmente la storia della macchina fotografica: non è il miglioramento di qualcosa già esistente ma un progetto rivoluzionario che ridisegna la fotocamera inventando una impostazione dei comandi che nessuno ha più modificato. Per questo motivo è universalmente riconosciuta come la pietra miliare che segna l'inizio della storia moderna della fotocamera.
ROLLEIFLEX
4x4
1938 c.a
La Rolleiflex era semplice e robusta, utilizzava otturatori Compur ed obiettivi Zeiss è facile intuire che esistevano tutti i presupposti per un successo duraturo. Protagonisti di questa storia furono Paul Franke e Reinhold Heidecke, entrambi ex-dipendenti della Voigtlander e soci fin dal 1921. Non a caso le origini della Rolleiflex sono legate alla fotocamera Stereflektoskop della Voigtlander, prodotta fra il 1913 e il 1930.
PRAKTINA
1952-1964
Con la Praktina la reflex acquista l'appeal della versatilità, quel fenomeno che crea negli appassionati il bisogno di corredare la propria fotocamera di un secondo obiettivo e qualche filtro negli anni '60, di un tele e un grandangolo negli anni '70 e di un winder e uno zoom negli anni '80. In senso figurato viene avviato il motore che traina il mercato fotografico fino all'apparire delle fotocamere digitali, con zoom tuttofare e un flash incorporato, che riducono il bisogno a una batteria di scorta e una borsa di piccole dimensioni.
POLAROID
anni '80 c.a
LA PRIMA MACCHINA FOTOGRAFICA DIGITALE
1975
Steven J. Sasson
Presentava dimensioni analoghe a quelle di un tostapane. Una fotocamera da 0.01 megapixel, con la possibilità di scattare un’immagine ogni 23 secondi per poi memorizzarle su una vecchia cassetta. L'invenzione è stata brevettata nel 1978 e poi rimasto sconosciuto al pubblico fino al 2001.
LA FOTOCAMERA DIGITALE
E' una fotocamera che utilizza, al posto della pellicola fotosensibile, un sensore (CCD o CMOS) in grado di catturare l'immagine e trasformarla in un segnale elettrico di tipo analogico. Gli impulsi elettrici vengono convertiti in digitale da un convertitore A/D, nel caso del CCD in un chip di elaborazione esterno al sensore, nel caso del CMOS, direttamente dal sensore, avendo implementato al suo interno anche il convertitore A/D, in entrambi i casi viene generato un flusso di dati digitali atti ad essere immagazzinati in vari formati su supporti di memoria.
LA FOTOCAMERA NEI CELLULARI
Samsung
2013
Il dispositivo è a metà strada tra uno smartphone e una fotocamera. si tratta di un device dotato di una fotocamera principale da 16 megapixel e di zoom ottico 10x.
1952-1964
Con la Praktina la reflex acquista l'appeal della versatilità, quel fenomeno che crea negli appassionati il bisogno di corredare la propria fotocamera di un secondo obiettivo e qualche filtro negli anni '60, di un tele e un grandangolo negli anni '70 e di un winder e uno zoom negli anni '80. In senso figurato viene avviato il motore che traina il mercato fotografico fino all'apparire delle fotocamere digitali, con zoom tuttofare e un flash incorporato, che riducono il bisogno a una batteria di scorta e una borsa di piccole dimensioni.
POLAROID
anni '80 c.a
Il supporto iniziale consiste in una serie di microscopici cristalli di iodiochinina solfato o herapatite immersi in un film polimerico trasparente dinitrocellulosa. Durante il processo di fabbricazione i cristalli aghiformi sono allineati mediante l'applicazione di un campo magnetico. Tale foglio è dicroico: tende ad assorbire la luce polarizzata perpendicolarmente alla direzione dell'allineamento dei cristalli, lasciando passare la luce parallela ad essi. Questo materiale viene pertanto usato come polarizzatore.
LA PRIMA MACCHINA FOTOGRAFICA DIGITALE
1975
Steven J. Sasson
Presentava dimensioni analoghe a quelle di un tostapane. Una fotocamera da 0.01 megapixel, con la possibilità di scattare un’immagine ogni 23 secondi per poi memorizzarle su una vecchia cassetta. L'invenzione è stata brevettata nel 1978 e poi rimasto sconosciuto al pubblico fino al 2001.
LA FOTOCAMERA DIGITALE
E' una fotocamera che utilizza, al posto della pellicola fotosensibile, un sensore (CCD o CMOS) in grado di catturare l'immagine e trasformarla in un segnale elettrico di tipo analogico. Gli impulsi elettrici vengono convertiti in digitale da un convertitore A/D, nel caso del CCD in un chip di elaborazione esterno al sensore, nel caso del CMOS, direttamente dal sensore, avendo implementato al suo interno anche il convertitore A/D, in entrambi i casi viene generato un flusso di dati digitali atti ad essere immagazzinati in vari formati su supporti di memoria.
LA FOTOCAMERA NEI CELLULARI
Samsung
2013
Il dispositivo è a metà strada tra uno smartphone e una fotocamera. si tratta di un device dotato di una fotocamera principale da 16 megapixel e di zoom ottico 10x.
Nessun commento:
Posta un commento