ANTROPOLOGIA: le superstizioni della macchina fotografica e della fotografia
Fin dai tempi più antichi, il volto è stato sempre considerato come lo specchio dell’anima. Fotografarlo senza il consenso del “soggetto” significa tentare di “rubare” una parte di quell’anima. Questo è il motivo per cui, ancora oggi, in alcune parti del mondo, tanta gente si nasconde riluttante di fronte ad una macchina fotografica.La tradizione popolare, prescrive di conservare con cura le foto e i ritratti, in quanto essi contengono una parte dell’anima e quindi una parte importante del soggetto raffigurato. È come se avvenisse una trasposizione dalla dimensione della vita a quella della raffigurazione.
Gli “stregoni” dicono che possedere la foto di una persona significhi poter esercitare dei malefici contro di essa.
Un’altra superstizione, simile alla precedente, dice di non strappare mai la foto di una creatura vivente perché si potrebbe causare qualche danno al soggetto raffigurato. Tuttavia è permesso bruciare le foto. Il fuoco è sempre stato considerato un elemento di origine divina e quindi purificatore.
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